lunedì 27 giugno 2016

Fotografia e cellulari: Huawei P9, una piacevole sorpresa

Lo smartphone è entrato di prepotenza nella vita quotidiana di tutti noi, ma ultimamente anche nel corredo di noi fotografi. So che molti storceranno il naso al pensiero di non usare una professionalissima e costosissima reflex da migliaia di euro, ma lo sapete che per me la macchina fotografica è solo uno strumento, quindi poco mi importa cosa viene usata per scattare un'immagine comunicativa, considerate inoltre che anche colossi del reportage come Magnum Agency e National Geographic hanno sdoganato l'utilizzo degli smartphone per i loro servizi. Da qualche tempo stanno parlando molto bene del Huawei P9, dopo aver letto e visto qualche recensione, ho deciso di comprarlo anch'io. La qualità dei file raw (si, scatta in formato raw!) è decisamente alta per un cellulare, anche in condizioni di luce molto scarsa. La sua manegevolezza è ottima e soprattutto è sempre con noi, pronta ad immortalare le scene che ci troviamo di fronte. Non sto qui a raccontarvi la storia della doppia fotocamera, delle lenti costruite secondo le specifiche Leica, ecc... trovate tutto in rete, in articoli tecnici molto più approfonditi del mio. Vi segnalo questo test della fotocamera, fatto molto bene e approfondito.



Sulla pagina youtube di Huawei ci sono alcuni brevi video in cui alcuni fotografi spiegano come hanno utilizzato lo smartphone in giro per il mondo per realizzare dei servizi.



martedì 21 giugno 2016

Behind the photo #26 - "Uncinné"


Questa è una fotografia del 2006 a cui sono profondamente legato. E' stata scattata durante lo spettacolo "Uncinnè" che si ispira alla figura di Rita Atria, una giovane ragazza di diciassette anni che rompe l'omertà che da sempre protegge la criminalità organizzata, tradendo la sua stessa famiglia, che l'ha punita con il totale isolamento e poi con la morte.
Rita è una ragazza che ha collaborato con la giustizia, in particolare con Paolo Borsellino, fino alla morte di quest'ultimo. Lo spettacolo vuole rievocare la sua persona significa affrontare il tema della mafia dal punto di vista delle donne, che sono una parte subordinata ma integrante della società mafiosa. Narrare la storia di Rita significa anche parlare dell'attuale qualità della vita politica, culturale, istituzionale del nostro paese e interrogarci sulle forme che un comportamento omertoso può assumere.

venerdì 17 giugno 2016

McCurry e il palo...




La storia è vecchia di qualche settimana, ma ho voluto aspettare la risposta del diretto interessato e "metabolizzare" quanto successo. Ricostruisco brevemente il fatto: a Venaria viene allestita una mostra di McCurry incentrata sul suo ultimo lavoro su Cuba. Il fotografo Paolo Viglione si accorge che in una stampa c'è qualcosa che non quadra, una clonatura riuscita male. Partono le polemiche sul fatto che una fotografia di reportage sia stata pesantemente ritoccato. McCurry, attraverso un'intervista a Michele Smargiassi su Fotocrazia, ha dato la sua versione dei fatti. L'idea che mi sono fatto io, ma è un parere molto personale, è un brutto scherzo fatto dal tecnico che stava per lasciare il lavoro, magari come ripicca per il suo allontanamento. Sicuramente l'autore ha commesso un grossolano errore nel non controllare le stampe prima dell'invio alla mostra, ma penso che sia abbastanza in buona fede. 

lunedì 6 giugno 2016

Grazie!

Sono passate poche ore dalla fine della mostra “Solo in mezzo al mare – Il duro lavoro del pescatore” che ho presentato in occasione della 15° edizione della Fiera del Libro di Imperia.
L'esposizione è stata accolta con notevole interessare dai visitatori della fiera e ha ottenuto un grandissimo riscontro.
Di seguito le fotografie esposte...